La boule de neige

Le ho sempre amate. Sin da quando ero bambina mi fermavo ad osservarle, la nonna ne aveva una abbastanza grande che sistemava sul piccolo tavolo dell’anticamera

Le boule de nèige sono sempre state fra le cose che mi dicevano : Natale in arrivo.

Quelle piccole sfere di vetro sanno catturare la magia del Natale. Una volta capovolte i minuscoli fiocchi di neve avvolgono gli oggetti che si trovano all’interno ed io vengo trasportata in un mondo un po fiabesco dove c’è calma , dove tutto è innocente e puro come la neve bianca, dolce, delicato, leggero… dove il suono del carillon mi da serenità, mi riporta bambina e mi fa sognare.

Ho trovato questa fiaba natalizia che parla di una boule de neige. Ve la propongo, magari piace anche a voi . L’ho trovata sul blog https://www.milibroinvolo.it di Domizia e nel frattempo vi abbraccio

La boule de neige 

Domizia Moramarco

Visse quella giornata nella certezza che qualcosa di straordinario le sarebbe accaduto. L’ultimo mese dell’anno era da poco iniziato e a Miriam era stato imposto di consumare le settimane di ferie prima dell’arrivo del Natale. Si era dedicata, così, alle faccende domestiche con consueta abitudinarietà, mentre una voce dal profondo le sussurrava che quello sarebbe stato il giorno. La sua vita non era mai stata sconvolta da eventi clamorosi, o forse Miriam evitava di incorrervi, dato che si ostinava a definire la sua esistenza “un mare piatto”, consapevole che sotto quella lastra, indurita e trasparente, si annidava un popolo di creature selvagge, di cui lei aveva paura. Non voleva affacciarsi a guardare, nel timore di venire risucchiata in quel mondo sconosciuto. A volte, in punta di piedi, ne sfiorava la superficie, per poi ritrarsi, rapidamente. Lo aveva fatto anche quando il ragazzo timido dagli occhi verdi della libreria le si era avvicinato, chiedendole di uscire assieme.

Si erano visti una sera, lui l’aveva portata al cinema e si erano seduti nelle file più lontane dal grande schermo, in un angolo buio dove potevano contare le ombre davanti a loro, disegnandone i contorni con le dita. All’improvviso, il ragazzo le aveva posato la mano sulla sua. Lei lo aveva lasciato fare, mentre un piccolo pesce rosso si era improvvisamente affacciato dalla lastra, creando una crepa che le aveva fatto sussultare il cuore, come nessuno mai era riuscito fino ad allora. Quando poi, il sospiro del ragazzo si era fatto più intenso e, timidamente, aveva avvicinato le labbra alle sue fino a sfiorarle, Miriam aveva sentito uno schianto profondo su quella lastra e per un attimo le era sembrato di affogare. All’improvviso riemerse, aprì gli occhi e, di fronte a quelli chiusi del ragazzo, capì che non ce l’avrebbe fatta a salvarsi dalla minacciosa marea in arrivo. Così, si era alzata ed era fuggita via, correndo. Non seppe mai se il ragazzo l’avesse rincorsa, o meno. Si era nascosta nella toilette e ne era uscita solo poco prima che il cinema chiudesse i battenti.

Non frequentò più l’università, ma si cercò un lavoro su turni, optando per quello notturno. Scomparve, così, alla vista della città.

Quando di giorno tutti aprivano le finestre sulla loro vita, lei chiudeva le sue e si rannicchiava nel letto, sprofondando in un sonno infinito. E di notte apriva l’uscio per scappare furtivamente con la sua utilitaria sgangherata verso la fabbrica, a molti chilometri dal paese. Riponendo un tappeto dalla trama pesante sulla lastra sotto di lei, si era congedata per anni dalla vita.

Quella mattina, però, qualcosa si stava sgretolando sotto i suoi piedi, lo sentiva. A sera, guidata da un istinto da automa, afferrò dall’armadio il cappotto rosso che non indossava quasi mai e, chiusa la porta alle spalle, cominciò a percorrere il viale alberato che conduceva nel centro storico del paese. Stringendo il bavero sul collo, sfidò la piccola tormenta di neve che si era sollevata improvvisamente.  Si smarrì e, colta da un inaspettato tremore, ripercorse un portico che aveva dimenticato esistesse, più e più volte.

D’improvviso, una fioca luce zampillò dal vetro di una vetrina. Miriam seguì quella piccola scia luminosa che la chiamava a sé. Giunta dinanzi al negozio, fu accecata da un bagliore improvviso. Coprendosi gli occhi con le mani, avvicinò il naso al vetro e allora la sentì ancora quella vocina profonda che l’aveva assillata per tutto il giorno.

“Sono qui – diceva – prendimi”.

E Miriam allungò la mano e il vetro si infranse.

Il mattino seguente, il corteo di nuvole che avevano offuscato il sole il giorno prima fece spazio a un sole regale che sciolse i rimasugli della neve caduta durante la notte. Era una domenica di dicembre che annunciava l’atmosfera natalizia e i primi acquirenti compulsivi si erano riversati per le vie del centro alla ricerca dei loro doni.

Una manina appiccicaticcia batté sul vetro di una vetrina e, lungo il portico, echeggiò una vocina stridente: “L’ho trovato mamma! Il mio regalo di Natale è qui!”

La donna che accompagnava la bambina spinse il suo braccio nascosto da un morbido manto di pelliccia verso la vetrina del negozio e esortò la figlia a entrare nel locale.

“Posso esservi utile?”, chiese il negoziante con tono gentile.

 “Vorremmo acquistare una boule de neige” rispose la donna.

“Ve ne mostro qualcuna in particolare?”

 “Sì, mia figlia ha scelto quella lì in alto” e così dicendo indicò la boule de neige posta al centro del robusto scaffale di legno, tra due bambole di porcellana dagli occhi verdi e le labbra dipinte di rosso.

Il negoziante si sollevò sulle punte e afferrò il gingillo, smuovendo fiocchi di una sottile polvere glitterata, mentre una fanciulla in miniatura, avvolta nel suo pesante cappotto rosso, rimase a testa in giù per alcuni secondi.

dicembre

La neve scende impalpabile e leggera, la guardo dalla finestra della casa di Varese e mi regala una calma inattesa. Ne ho bisogno perché lo scorso mese è stato molto faticoso, è mancata la mia mamma ed ora sono qui a guardare fuori dalla finestra questi fiocchi bianchi e a pensare.

Il mio amore per il Natale forse mi deriva anche da lei, e quello che stiamo vivendo sarà forse il Natale più strano della nostra vita ma sempre un periodo di gioia deve essere.

Così ieri sono scesa in cantina ed ho iniziato a portare in casa qualche scatolone. Il camino si è vestito di lucine, rami di abete, una piccola ghirlanda di fette di mandarino essicate in forno qualche giorno fa e della mia collezione di boule de nèige.

Sono apparse anche le calze appese a delle belle renne che mi regalò tantissimi anni fa (diciamo una ventina?) Jennifer. Le riempirà la sig. Befana e speriamo non ci sia solo carbone….

Quando ero bambina la mia mamma ci metteva: mandarini, arachidi, qualche pezzetto di carbone, una buona dose di caramelle ed un piccolo regalo. A casa nostra la Befana aveva l’onore di portare via il gigantesco albero che troneggiava in un angolo della sala da pranzo e a me dispiaceva un sacco non poter più ammirare le palle delicate e le lucine colorate.

La nostra tradizione di decorare l’albero tutti assieme sarà rispettata anche quest’anno anzi avremo Margherita che renderà tutto speciale.

Ci saranno dei cambiamenti difficili da affrontare ma la vita è così e va affrontata con coraggio sempre.

Voi cosa fate di bello? Quest’anno sembra che tutti si siano portati avanti con le decorazioni e tutto il resto, anche voi?

Vi abbraccio e prometto che mi farò viva presto!

Baby Sussex

È nato! Il piccolo Archie è arrivato con un pochino di ritardo e l’Inghilterra festeggia. ( a dire il vero anche l’America lo fa…) Il papà ha dato l’annuncio lunedì, aveva la felicità stampata in viso, il sorriso era contagioso e l’orgoglio era quasi tangibile. Bravo Harry!

Una dolcezza infinita guardare la foto d’apertura. Due braccia che stringono un fagottino bianco e due volti sorridenti ed emozionati. Bella immagine che regala serenità. Non so quando si riuscirà a rivedere questo  batuffolo di gioia – come lo ha chiamato il suo papà –    visto la ricerca di riserbo dei suoi genitori, non molto presto immagino…

Ho seguito la favola di Meghan ed Harry, come molti di voi credo, fin dall’inizio. Il matrimonio celebrato con eleganza e le scelte controcorrente. L’ arrivo della  sposa in solitaria, l’omelia infervorata e il coro gospel. Mi ricordo che quel matrimonio mi  aveva lasciata perplessa. Perché non seguire la tradizione, avevo pensato?

La stessa domanda che mi sono rifatta quando i tabloids dissero che la Duchessa di Sussex avrebbe partorito in casa e che lei ed Harry volevano del tempo tutto loro prima di mostrare al mondo il Royal Baby.

Comprendo che la nascita di un bambino sia un fatto privato ma che differenza avrebbe fatto seguire la consuetudine? Si poteva comunque accontentare tutti coloro che erano in trepidante  attesa e poi ritirarsi per assaporare la gioia privatamente.

Nella mia mente c’è come una pallina da ping pong…. ad ogni domanda mi do due risposte. La prima risposta è quella della tradizionalista, la seconda è quella che ammette che ognuno  dovrebbe poter scegliere cosa fare della propria vita. Poi però riparte la tradizionalista che chiede: ma la duchessa era conscia di entrare a far parte della famiglia regnante inglese? E l’altra le dice: certo che sì e ha dovuto fare rinunce. Riparte il giochino: Di cosa si è mai privata? Della libertà di esprimersi con franchezza ad esempio, del suo lavoro, della sua patria. Ti sembra poco?

Riguardo a questa coppia diventata ora trio si è scritto parecchio. Si sono addirittura formati schieramenti alcuni pro, altri contro.

Trovo Harry e Meghan una bella coppia. Gioiosa, affiatata, anticonformista. Ad alcuni queste caratteristiche possono dare noia. Ma non è più noioso rientrare sempre negli schemi? E non è giusto poter seguire il proprio carattere, le proprie idee, le proprie inclinazioni? Farlo con tatto ed intelligenza, quello sì, credo siano cose dovute. Mi sembra che questi due innamorati ci stiano riuscendo ed io tifo per loro!

Voi cosa pensate? Appartenete a qualche schieramento? Mi dite perché?

Un abbraccio a tutti ed un bacio a chi avrà la cortesia di scrivere 🥰

Foto web

 

 

 

Tortellini di Natale

Ed eccomi alle prese con una ricetta che ho fatto solo una volta nel lontanissimo 1994. Vivevo a Rochester, nel Minnesota, e le condizioni erano circa le stesse: desiderio di avere in tavola il tipico gusto dei tortellini italiani. Direte voi:  “ ma non li trovi nei supermercati?”. Eh, avete ragione ma hanno sempre un gusto leggermente diverso da quelli che si fanno a Bologna e che sono abituata a mangiare il giorno di Natale. Ho aperto così il mio librone  di ricette, ho fatto la lista della spesa dopodiché mi sono  messa all’opera. Volete anche voi la ricetta che ho scelto? Eccola:

Ingredienti per 4 persone:

per il ripieno:

  • 100 gr. lonza di maiale
  •  60 gr. polpa di vitello
  •  60 gr. mortadella
  •  60 gr. prosciutto crudo
  • 100 gr. parmigiano grattugiato
  • 1 uovo
  • burro
  • noce moscata

per la pasta fresca:

  • 200 gr. farina di grano tenero 00
  • 2 uova

Preparare la pasta facendo una fontana con la farina e mettendo al centro le due uova e con le punte della dita portare la farina al centro sino ad averla amalgamata tutta. Lavorare la  pasta con movimenti regolari per circa 15 minuti, sino a quando sarà liscia ed elastica. Formare una palla e lasciare riposare la pasta avvolta nella pellicola trasparente per ca. un’ora al fresco. Per il ripieno tagliare a dadini la lonza ed il vitello e cuocere  con un pochino di burro per 20 minuti. Tritarli finissimamente con il prosciutto e la mortadella. Raccogliere il tutto in una ciotola ed unire l’uovo, il grana ed una grattatina di noce moscata, impastare bene. Tirare la pasta fresca in sfoglie sottili (io uso la macchina per tirare la pasta di solito, non sono bravissima con il mattarello….) e tagliare dei quadrati di ca. 3 cm. per lato. Lasciare la pasta che non si utilizza sotto una scodella in modo che non si asciughi. Mettere al centro di ogni quadratino una piccola quantità di ripieno – diciamo grandezza di una nocciola – piegare a triangolo unire bene i bordi facendo uscire tutta l’aria, arrotolare il triangolo attorno al  dito ed unire le estremità stringendo bene.

Fare i tortellini di Natale in compagnia può diventare una bella tradizione, vero Roberto?

Happy cooking a tutti coloro che metteranno le mani in pasta 😘

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p.s. se avete fatto tortellini in abbondanza metteteli su un vassoio in congelatore per ca. 20 min. e poi potete porli in un sacchettino di plastica. Sono un’ottimo salva cena 😉

 

 

Aspettando il Natale

Mi è tornato il desiderio di quei giorni, quando la vita aveva un passo più tranquillo, le piccole cose avevano un valore diverso anche perché a tutto si dava importanza. Oggi è tutto cambiato, non dico in peggio ma l’immagine dell’accensione dell’albero mi ha fatto tornare alla memoria un mondo diverso. Mi ricordo il profumo dell’abete vero che la mamma faceva portare a casa e che Gesù Bambino aveva il compito di addobbare la notte di Natale, la nonna che preparava il suo speciale patè, la cui ricetta ha tenuto nascosta sino a quando si è resa conto che sarebbe stato meglio svelarla alla mamma. Oggi lo preparo io e spero che anche i miei figli lo associno al  Natale, ad un cibo speciale che si fa sempre qualche giorno prima del 25 e che si mangia tutti assieme seduti alla  tavola imbandita. Mi ricordo i nonni che arrivavano per il pranzo, i pacchetti che si aprivano, i visi sorridenti.

Ho sempre amato il Natale con tutte le nostre tradizioni. La messa di mezzanotte, i miei figli che dopo aver brindato con noi scappavano a festeggiare con gli amici più cari, il pranzo tutti assieme: nonni, zii, nipoti, fratelli. Una baraonda magnifica che quest’anno mi mancherà ma mi rifarò il prossimo anno, quando magari la famiglia sarà più grande.

Voi cosa state facendo? State pensando al pranzo? Ai regali? All’albero? Nel prossimo post vi racconterò del mio albero di Natale, comperato vicino a casa e con palline tutte nuove ma che porteranno al nostro rientro ricordi americani. Quelle che abbiamo raccolto in tanti anni sono rimaste a Varese assieme a quelle che  metteva la mia mamma sul nostro abete, sì perché ad un certo punto ho smesso di credere a Gesù Bambino ed ho cominciato ad aiutare la mamma a farlo.

Buoni preparativi a tutti! 

Crostata alle fragole

Ora che le fragole sono davvero gustose le aggiungo volentieri ai nostri pasti. Le offro intere e ben lavate con qualche cucchiaio di panna montata, le mangio nature o le metto negli impasti di torte e gallette. Lo scorso anno vi diedi la mia ricetta della pie al rabarbaro e fragole, quest’anno invece un dolce che posso fare ad occhi chiusi e che riscuote sempre successo la mia crostata alle fragole che potrebbe diventare ai lamponi, mirtilli, more o la frutta che più amate. Le dosi della pasta frolla sono quelle della mia nonna e la ricetta della crema pasticcera è quella di uno zio pasticcere, buonissima!

Ecco le dosi per questa crostata io ho usato una teglia rettangolare

Per la pasta frolla:

  • 200 gr. farina
  • 100 gr. burro
  • 100 gr. zucchero
  • 1 pizzico di sale
  • 2 tuorli

Lavorare lo zucchero ed il burro (io uso la planetaria) aggiungere la farina dove c’è anche il pizzico di sale. Unire i tuorli uno alla volta aspettando che il primo si sia inglobato all’impasto prima di mettere il secondo. Lavorare sino ad aver ottenuto una palla che passerà in frigorifero almeno 30 minuti. (io la lascio anche un giorno e come  risultato ottengo una frolla molto più friabile)

Per la  crema:

  • 2 tuorli d’uovo
  • 2 cucchiai di zucchero
  • 2 cucchiai di farina
  • 400 ml. di latte caldo
  • scorza di limone biologico

Montare i tuorli allo zucchero, aggiungere la farina e la buccia grattugiata di 1/2 limone. Riscaldare il latte ed incorporarne un pochino alla preparazione di uova per far si che non si formino grumi. Unire tutto il composto al latte e cuocere per 5 minuti mescolando continuamente su fuoco dolce.  Spostare la crema in un recipiente coperto con la pellicola per evitare la fastidiosa crosticina e fare raffreddare. Stendere la pasta frolla nella teglia e cuocere in bianco a forno caldo sui 180 gradi per una ventina di minuti (controllare bene per evitare che la pasta diventi troppo scura). Estrarre dal forno e fare raffreddare la nostra base. Guarnire la torta mettendo la crema e finendo con la frutta che avete scelto. Nel mio caso delle buonissime fragole.

Enjoy!!!

Benvenuto dicembre

Buongiorno a tutte, sono così eccitata….. il motivo? Oltre al fatto che mancano solo 25 giorni a Natale? Sì vi racconto…. è da più di un mese che mi frulla per la testa un’idea, riunire alcune blogger ed uscire tutte lo stesso giorno con un articolo. Si chiama blog hop ed è una “pratica” abbastanza comune in america ma non da noi.  Insomma sono riuscita ad invitare alcune signore che scriveranno per me un post che tratterà …. La Magia del Natale, è troppo ovvio? Ognuna con un argomento diverso e seguendo il proprio stile. Pensavo a cosa vi potesse far piacere leggere sul periodo più bello dell’anno e credo di aver fatto la scelta giusta, mi direte voi.  Ma non vi voglio svelare proprio tutto tutto…  e cosí vi do appuntamente al 12/12 per il mio primo blog hop. Mi raccomando non vi scordate di fare una visita a tutte le signore che mi hanno seguito in questa mia prima avventura, il link ai loro blog lo troverete alla fine di ogni post di La Magia del Natale.

Vi abbraccio e vi ringrazio per seguirmi sempre 💗

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credit Pinterest

Amiche di penna #9

MANZO ALLA CALIFORNIA di Gisella

La ricetta che vi presento oggi è mia. Anzi proviene dalla cucina della mia bisnonna e poi passò nella cucina della nonna, della mia mamma e della sottoscritta. Trovo questo piatto adatto alle stagioni fredde, forse perchè ha bisogno di una cottura lunga e a fuoco basso. Tutte le volte che lo preparo mi sembra di appartenere ad un antico Clan e ne sono molto fiera.

Anni fa lo cucinai ad una cena dove invitai dei cugini di mia mamma e con mia sorpresa mi dissero che la ricetta “originale” aveva le carote a rondelle…. ora, visto che mia nonna e la loro mamma erano sorelle mi sono chiesta chi avesse  fatto la variazione, mah….. io comunque vi spiegherò il manzo alla california versione Anna, la mia mamma

Questo piatto è il preferito di un caro amico che vive negli States e tutte le volte che vado là finisco in cucina a pelare carote e sorvegliare la cottura (è successo anche qualche settimana fa).

Ok bando alle ciance ed ecco la ricetta

Ingredienti:

  • 1 kg. di magatello o fusello di manzo
  • 6/7 grandi carote
  • 1/2 cipolla
  • 1/2 bicchiere d’aceto
  • burro e olio per rosolare
  • sale e pepe
  • 100 ml. panna da cucina (optional)

Fare rosolare la carne nell’olio e nel burro per 5 minuti assieme alla mezza cipolla fatta a fettine, salare e pepare. Pulire le carote farle a tocchi, metterle nella pentola. Aggiungere il 1/2 bicchiere di aceto, fare evaporare l’alcol e coprire quasi completamente la carne con acqua. Abbassare il fuoco e fare cuocere dolcemente per circa 2.30 minuti. Togliere la carne dalla pentola, passare le carote al setaccio o usare il minipimmer; fare sciogliere un cucchiaio di farina in poco latte aggiungerla al passato di carote e lasciare tirare la salsa su fuoco alto (attenzione che non attacchi). Se si desidera aggiungere la panna, io lo faccio sempre. Tagliare la carne a fette e farla riscaldare assieme al sugo. Servire su un piatto di portata accompagnato da un’insalata fresca o patate bollite.

Questa ricetta mi è veramente cara e spero vi piaccia.

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P.S. MANDATE RICETTE!!! Se vi piace questa rubrica dovete ricominciare a mandarmi ricette, le ho finite… altrimenti sarò costretta a interromperla e mi spiacerebbe 😔

Progettare il Natale

Mancano esattamente 61 giorni al 25 dicembre. Lo so che vi sembrano tanti e che ci sono tante altre feste prima di Natale, ma io dico che invece è il momento migliore per iniziare a pensarci. Il mese di dicembre scorre sempre troppo in fretta quindi ora che siamo “libere” iniziamo a riflettere e a pianificare.

Ecco le domande a cui cerco di rispondere adesso e le liste che mi appresto a scrivere.

  1. Dove festeggiate il Natale? Io a casa così su un bel foglio bianco con scritto Pranzo Natale inizio a prendere appunti sul menù (qualche nuova ricetta?), le decorazioni della tavola, i piccoli segnaposto (quest’anno pensavo a dei pot-pourri fatti da me)
  2. Addobbi (seconda lista) quando iniziate a metterli? Farete  l’albero? Bisogna controllare se le luci funzionano, utilizzerete la ghirlanda dello scorso anno sulla porta? (io vorrei iscrivermi ad un corso per farne una di abete vero e trovare quindi dove farla), pensate di usare gli addobbi dello scorso anno? (io userò delle pigne “sbiancate” da mettere sul camino, da attaccare alle maniglie delle finestre o alle porte e per fare la mia vignette natalizia, se vi interessa vi spiego come, è facilissimo ma bisogna avere pazienza ed iniziare per tempo….)
  3. Regali (lista numero 3) per evitare di sbagliare ho pensato che quest’anno chiederò di compilare una wish list; max 8 richieste fra le quali io sceglierò. Niente sorpresa ma…. certezza di “risultato” (poi una piccola sorpresa può sempre scapparci…). Pensate anche a come impacchettare il regalo, io scelgo una carta uguale per tutti, poi mi sbizzarrisco con fiocchi, campanelli, rami di abete o rosmarino, piccole pigne o bastoncini di cannella. (progettare è quasi bello quanto fare). Appena comprate il regalo impacchettate e nascondete “nell’ armadio di Babbo Natale”. Non dimenticate di avere qualche pensiero extra,  anche per gli uomini,  giusto per non venire colte impreparate….
  4. A chi manderete il bigliettino per gli auguri (ancora una lista….) e li manderete via posta?  (molto old style ma cosí affettuoso e chic) Se partite con anticipo potreste anche creare i vostri cartoncini personali, oppure cercarli sul web e farli spedire a casa o meglio ancora trovare una bella fotografia e usarla come cartoncino per gli auguri oppure farne una nuova come è usanza fare in America.
  5. Tradizioni quali avete? Se le mettete nero su bianco (listaaaa….)  tutto è più facile e magari riuscirete anche a crearne di nuove o se invece non ne avete iniziate quest’anno. A casa nostra sono un punto fermo: appendere il calendario dell’avvento che ho fatto quando i bambini erano piccoli, il cinema fra cugini il pomeriggio di Natale (questo per i miei figli), l’apertura regali dopo la S. Messa di mezzanotte e il profumo di patè qualche giorno prima del 25.
  6. Quante cene/ tè/ parties darete durante queste feste? Chi pensate di invitare? (bisogna fare ancora una lista, forza!)

Troppe liste? E troppo presto? Noooooo

Voi come pensate di organizzarvi per il prossimo Natale? Se volete raccontatemi i  vostri piani io ne sarei molto contenta e tutte potrememmo trovare nuove idee 🎄🎁🌟

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  • p.s. mi è venuta un’idea: se invece di fogli sciolti prendessimo un bel quaderno intitolato Natale e scrivessimo tutto lì? Ogni anno lo tireremmo fuori dal cassetto e avremmo anche una traccia di quello fatto negli anni. Sì mi piace e lo farò, nuova tradizione e …. la potreste “copiare” 😊

Amiche di penna #8

Torta ai porri di Tiziana

Quest’oggi prepariamo un tortino autunnale. Tiziana di https://time2lifestyle.com/ un blog che amo leggere e  che trovo molto bello (dateci un occhio☺️) mi ha dato la ricetta.

È una torta salata che le era stata insegnata  anni fa da un’amica ed era un ottimo modo per fare mangiare ai suoi figli la verdura, cosa che i bambini raramente amano….

È una quiche di facile esecuzione che si apprezza ora che le giornate sono più freddine ed una fetta calda accompagnata da una insalata sono un ottimo modo per risolvere un pasto. Ecco cosa ci serve per preparare questa squisitezza:
– Una confezione di pasta sfoglia rotonda
– 3-4 porri utilizzando solo la parte bianca
-1 vasetto di crème fraiche (o ricotta o yogurt o panna acida)
-1 uovo
– 100 gr.ca di pancetta (o salmone) tagliata a fettine sottili
– parmigiano
Sale-pepe-noce moscata-brodo vegetale

Cuocere i porri in poco olio di oliva aggiungendo un filo di acqua e brodo vegetale per fare brasare. Nel frattempo mettere la pasta sfoglia nella tortiera e bucherellare la base con una forchetta. Adagiare sulla pasta sfoglia le fettine di pancetta o magari del salmone se volete qualcosa di più chic suggerisce Tiziana. A parte in una ciotola amalgamare la crème fraiche con l’uovo, abbondante parmigiano grattugiato, noce moscata, sale e pepe. Quando i porri si sono ammorbiditi adagiarli sulla pancetta e ricoprirli con la crema. Informare per circa 30 minuti a forno caldo a 200 gradi  sorvegliare, ogni forno ha “regole” personali… Una volta cotta lasciare riposare qualche minuto e quindi impiattare e portare in tavola. Sembra buonissima vero?

Grazie Tiziana!!!!

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