Brasato al barolo

Fa un freddo pazzesco…. siamo sotto zero eppure oggi è l’ultimo giorno di Febbraio e la primavera si dovrebbe avvicinare…..

Visto il clima (ieri ha anche nevischiato) oltre ad accendere il camino ho preparato quello che per me è la quintessenza dell’inverno in cucina: polenta e Brasato al barolo

È una ricetta che mi insegnò mia mamma tanti, tanti anni fa. È tuttora scritta sul suo vecchissimo primo libro di cucina e tutte le volte che lo cucino mi sembra di sentirle dire: “ hai steccato la cipolla con i chiodi di garofano?” 

Dovevamo avere amici a cena e visto che:

  1. da lunedì a Varese siamo come in frigorifero,
  2. che quest’anno non lo avevo ancora cucinato
  3. che dovevo mantenere la parola data a Marina 

sono uscita, ho comperato un bel pezzo di carne sono poi scesa in cantina a prendere una bottiglia di barolo ed ho aperto le danze. Ecco come ho ballato

Ingredienti per 6 persone:

  • 1.600 gr. di carne di manzo (io acquisto il taglio che si chiama cappello del prete)
  • 2 carote
  • 2 gambi di sedano
  • 1 cipolla
  • 3 chiodi di garofano
  • 4 grani di pepe nero
  • 1 pezzettino di stecca di cannella
  • 3 foglie di alloro
  • 1 bottiglia di barolo
  • sale, pepe e olio

Iniziate a marinare la carne il giorno prima della cottura in modo che gli odori ed il vino la insaporiscano. Tagliate le carote ed il sedano a pezzi, pulite la cipolla e steccatela con i 3 chiodi di garofano. Mettete la carne in un recipiente aggiungete le verdure, la cannella, i grani di pepe nero e le foglie di alloro. Versate la bottiglia di barolo (se non copre la carne aggiungete un pochino d’acqua) e coprite con pellicola. Lasciate in infusione  almeno 8/12 ore (la mia carne l’ho lasciata per quasi una giornata intera). Asciugate la carne con carta cucina, rosolatela in una pentola adatta a cotture lunghe con 4 cucchiai di olio, salate e pepate, unite la marinata e fate cuocere lentamente per 2.30 minuti coperto.A cottura ultimata togliete la carne e con un frullatore ad immersione passate il liquido di cottura. Il mio era leggermente troppo poco denso così ho fatto restringere a fuoco alto per qualche minuto. Tagliate la carne a fette ed impiattate. Io l’ho servita accompagnata ad una calda polenta.

Continuando con la cucina piemontese tradizionale abbiamo concluso la cena con un dolce che tutti hanno apprezzato: il Bonet

Enjoy!!!

Ho scattato alcune foto della tavola. Visto le temperature i piatti marroni mi sembravano adatti (pieno inverno….) però l’azzurro dei tovaglioli, le righe della tovaglia ed il centrotavola ricordavano che la primavera è alle porte. Vi piace?

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Ventaglietti di sfoglia

Burraco e tè sono un’accoppiata vincente specialmente se fuori fa freddo e nevischia. La mia domenica pomeriggio è stata proprio così. Carte in tavola ed amici con cui “battagliare”. Ovviamente è scattata la classica partita maschi contro femmine e le signore ne sono uscite sconfitte. 😞  Ci siamo però rifatte davanti ad una tazza di caldo tè accompagnata da dolcetti cucinati questa mattina. Quali dolcetti? Vi ricordate vi dissi che volevo rispolverare le mie ricette francesi? Oggi ve ne propongo una: i Palmiers o ventaglietti di sfoglia. Ho abbinato altre due cosine homemade ed il nostro pomeriggio è finito in dolcezza.

Ho acquistato della pasta sfoglia già pronta così i tempi si sono decisamente accorciati ma ecco cosa vi servirà

Ingredienti:

  • Una confezione pasta sfoglia rettangolare
  • 75 gr. zucchero + qualche cucchiaio extra
  • 50 gr. zucchero a velo

Unite i due zuccheri. Stendete la pasta sul piano di lavoro ed ora cospargetela con gli zuccheri, passate leggermente il mattarello in modo che gli zuccheri aderiscano bene. Iniziate ad arrotolate (in maniera più stretta possibile) la pasta per il lato più lungo sino alla metà del rettangolo. Ora fate lo stesso con l’altro lato. Unite i due rotolini con un poco d’acqua e passate in frigorifero per 20 minuti il vostro “rotolo doppio” avvolto nella pellicola per alimenti. Accendete il forno a 180 gradi e preparate una teglia da forno con della carta. Ora togliete il vostro rotolo e con un coltello affilato tagliate delle fettine di circa 1 cm. Appoggiatele sulla teglia. Io ho girato su se stessa la pasta al centro della pasta che unisce i due rotolini per formare l’impugnatura del ventaglio (vedi foto). Mettete un pochino del restante zucchero su ogni ventaglietto e premete leggermente ognuno con le dita. Infornare a forno caldo per 10 minuti, girare con una spatola ogni palmier e continuate a cuocere ancora altri 5/6 minuti (dipende dal vostro forno) Una volta cotti appoggiateli su una gratella sino a quando sono freddi. Serviteli, finiranno presto….

Enjoy!!!

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Madrid

Visitare una nuova città per me equivale a:

  1. cartina in mano (eh si sono vecchio stampo l’Iphone lo lascio ai ragazzi)
  2. scarpe comode
  3. naso in su

Ed effettivamente l’ultimo week end è stato proprio così. La cartina la teneva mio marito ed abbiamo girato per Madrid a piedi.

Ho raggiunto Roberto venerdì prendendo il primo volo del mattino,  arrivata all’aereoporto di Madrid un taxi mi ha portato al nostro albergo Palazio del Retiro (Alfonso XII n. 14) in 25 minuti. Autista molto “italiano” nella guida, zigzagava come un matto fra una macchina e l’altra e così dopo poco eccomi arrivata  alla Puerta de Alcalà, insomma in hotel.

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Puerta de Alcalá

L’albergo suggerito da un collaboratore di Roberto si è meritato un 10 pieno. Elegante palazzo con vetrate variopinte e stanze con tutti i comfort desiderabili.

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Appena arrivata e dopo aver appoggiato il mio mini bagaglio nella bella stanza, ho attraversato la strada e sono entrata nel più grande parco di Madrid. La giornata di sole mi ha messo allegria, come i bambini che correvano sui pattini a rotelle e coloro che facevano jogging nei viali. La prima cosa che ho visto è stato un laghetto con alle spalle il Monumento Alfonso XII, la Fuente de la Alcochofa ( la fontana del carciofo) che simboleggia la saggezza e continuando nella mia passeggiata  mi sono poi imbattuta nel bellissimo Palacio de Cristal ( da vedere assolutamente,una leggerezza e un’eleganza davvero perfetti ).

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Monumento Alfonso XII
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Fontana del Carciofo
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Palazzo di Cristallo
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un particolare degli intrecci di vetro
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i giardini del parco

Verso le 14.00, adeguandomi agli orari madrileni ma con un buon appetito, ho incontrato mio marito e ci siamo seduti da Ramses Life. (plaza de la Indipendenza 6) ottimo punto dove mangiare un pranzo veloce ed ammirare la Puerta de Alcalá . Sulla piazza si trovano altri ristoranti. I turisti non sono così numerosi qui come in Plaza Mayor o Puerta del Sol  ho osservato il via vai dei passanti e gustato delle ottime croquetas de jamón ibérico, ensaladilla de bonito confitado, una zuppetta fatta con vongole e fagioli bianchi e pure un dolcetto. Fame vera eh?😜

Alzati da tavola quattro passi e ci siamo trovati al Museo del Prado.Gli ospiti del nostro albergo godono di un prezzo speciale per l’ingresso, ma io non sapendolo…. tariffa intera. Consiglio di acquistare i biglietti sul web specialmente se volete visitare il museo durante il week end eviterete lunghe code. Non avendo tantissimo tempo a disposizione abbiamo seguito fedelmente le indicazioni della mappina presa all’ Information Desk. È molto utile, vi spiega dove si trovano le opere più importanti con relativa foto (nel nostro caso eravamo interessati alle opere di Goya, Velászquez, Tiepolo e Raffaello).  

Il tempo è passato veloce ed all’uscita abbiamo raggiunto, passando da stradine incantevoli, la Puerta del Sol dove si trova il monumento  che apre questo articolo: La statua dell’Orso e del Corbezzolo. Questi sono il simbolo della città e li si trovano anche sulla bandiera. Gli orsi erano diffusissimi nei boschi attorno alla città nel lontano XIII secolo e grazie alle bacche del corbezzolo la popolazione colpita nel 1500 da febbri malariche soppravvisse alla malattia cibandosene.

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case del distretto Cortes
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piccola via
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il Ministero degli Esteri
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la puerta del sol ed il rinomato Tio Pepe
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bellissimi ventagli di un negozio che da sulla piazza

Di ritorno in albergo e dopo una bellissima doccia eravamo pronti per una cenetta a base di pesce. Ancora una volta i suggerimenti dati a mio marito sono stati perfetti. Un ristorante frequentato da madrileni che ci ha servito un Pulpo alla Gallega ed un rombo stratosferici (una polpa così soffice e delicata non l’avevo mai mangiata) La Penela ( Calle Infante Mercedes 98) se siete a Madrid lo consiglio.

Time to go to bed…. ma aspettate il proseguio del mio racconto scoprirete altre chicche.

 

 

 

La bellezza oggi

Che cos’è per voi la bellezza?  A me vengono alla mente parecchie  risposte a questa domanda. La natura raggiunge dei livelli di bellezza ineguagliabile, la bellezza   di una persona non è necessariamente solo estetica, la bellezza si trova nella poesia, nell’arte, negli occhi di chi guarda.
Vorrei  parlare con voi del lato della bellezza legato all’aspetto che oggi come oggi sembra essere tutto…. Jullian Moore è una donna che mi piace molto. È una delle attrici che preferisco e non solo per i suoi occhi verdi ed i capelli color tiziano. Ha fascino, classe, intelligenza e bravura oltre a lineamenti che trovo bellissimi, in più ha saputo restare fedele a se stessa, cosa da non sottovalutate.

Quando penso a cosa sia la bellezza mi tornano alla mente le parole di mia mamma che  ha sempre sostenuto che i giovani possiedono la bellezza dell’asino (chissà poi perchè dell’asino…), forse è vero ma io sono convinta che con l’aiuto della buona volontà, i giusti accorgimenti, una sana alimentazione la bellezza dell’asino possiamo custodirla per parecchi anni😉

Da ragazzina avevo un’idea particolare di cosa volesse dire prendersi cura del proprio aspetto, anzi per dirla tutta ho fatto cose che con il senno di poi reputo proprio stupide!

Forse chi legge ha conosciuto una crema che si chiama(va) Eutra. La usavo per abbronzarmi, fattore protettivo zero o giù di lì, la mia povera pelle diventava paonazza e poi cercava di accontentarmi e diveniva un bel color albicocca. Ovvio che poi nove volte su dieci mi spellavo….

Con l’ età ho capito che per avere dei buoni risultati, oltre che usare sempre per abbronzarsi almeno un fattore ph 30, bisogna:

  1. Impegnarsi nel tempo (eh già, nothing is for free)
  2. Mantenere un’alimentazione più sana possibile (questo lo trovo difficile a volte… qualche cucchiaiata di Nutella può scappare)
  3. Curare la pelle del viso e del corpo con prodotti adatti (e non necessariamente ipercostosi).
  4. Non seguire tutti i dettami delle mode (magro è bello??? Non sempre….)

Tutti questi punti necessitano di rigore, allenamento e costanza.  Certo si possono ottenere buonissimi risultati se ci facciamo aiutare dalla medicina estetica (leggi “punturine”, laser, trattamenti vari…..) ma poi ci schiavizzano un pò come la tinta per capelli e non tutte abbiamo la voglia e le possibilità economiche per farlo. Restano comunque soluzioni percorribili specialmente se fatte con equilibrio e criterio.

Sono quasi certa che una piccola parte narcisista sia in ognuno di noi e che sia giusto seguire la propria indole con saggezza, senza eccessi e coltivando anche il nostro io  più nascosto, quello che fa risplendere gli occhi senza bisogno di  make up e che ci aiuta a migliorare.

Ecco la serenità è un altro punto da perseguire e da aggiungere ai 4 elencati sopra, forse è  la più difficile da conquistare; perchè se la classe ed il fascino sono innati la serenità dobbiamo costruirla giorno per giorno e dipende da noi.

Concludo queste mie personalissime riflessioni, mi piacerebbe però conoscere le vostre. Cos’è per voi la bellezza? Avete segreti da condividere?Aspetto i vostri commenti su questo argomento vastissimo e a volte “spinoso”.

 

A tavola!

Come ormai avrete capito amo cucinare ed allo stesso modo, quando abbiamo ospiti, mi piace apparecchiare bene la tavola. La mise en place soddisfa l’occhio, è il giusto preludio ad una serata riuscita ed è un gesto d’amore verso coloro che abbiamo invitato.

Generalmente quando compongo le mie tavole cerco sempre di sorprendere un pò, la fantasia prende il sopravvento e a volte mi capita di fare e disfare il tutto sino a quando finalmente non sono soddisfatta. È una delle cose che mi divertono e che mi prendono parecchio tempo così, cerco di apparecchiare il giorno prima. La giornata dell’invito  è tutta dedicata alla cucina ed ai tocchi finali della tavola (solo tocchi però….)

Il mio amore per le belle apparecchiature mi ha portato a Milano a Palazzo Reale dove ora c’è una piccola esposizione sulla storia delle tavole degli ultimi tre secoli. Interessante vedere ed imparare l’evoluzione della società attraverso il cibo e la tavola.

Partiamo con il nostro viaggio nel tempo.

Nell’età Barocca la tavola è opulenta, il sovrano celebra la propria grandezza e lo dimostra anche sulla tavola.

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Il Roccocò invece ci porta tavole allestite con deliziosi colori pastello, le porcellane dai decori  preziosi appaiono sulla tavola.  È l’epoca di Marie Antoinette e della sua corte

Arriva il 1800, a tavola si stringono alleanze e matrimoni. I pranzi diventano meno impostati, gli abiti casual e i primi picnic preparati con cura maniacale fanno il loro ingresso. Porcellane e cristalli si dispongono in mezzo alla natura, non possono mancare gli argenti di una teiera, il tè è la passione di Giorgio IV.

Siamo ancora nell’800 con la prossima tavola. Il Romanticismo impera, la sala da pranzo è la protagonista delle famiglie borghesi. Stoviglie, cristalli e argenteria si devono armonizzare con fiori e frutta nell’accordo cromatico

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Arriva il 900 e tutto si alleggerisce, il bianco è il colore della moda e dell’aristocrazia. Le tovaglie immacolate vengono vestite con i cristalli ed un ordine maniacale.

1920 Coco Chanel, le sue camelie e la perfezione delle tavole in bianco e nero, siamo entrati nell’Art Deco: edonismo & glamour allo stato puro. I bicchieri si moltiplicano perché ad ogni piatto si deve accompagnare il giusto vino. Anni alcolici, dove la moda del coctail prima di cena prende piede.

Gli anni 60 sono Anni Eclettici e la mise en place comincia ad avvicinarsi a quella odierna, la moda hippy la si trova anche nelle tavole assieme a un che di orientaleggiante. Inizia l’epoca della personalizzazione.

L’ultima tavola che ho visto mi ha lasciata perplessa…. è la tavola del futuro. Sembrerebbe che il cibo si trasformi: micronizzato, minimizzato, esaltato da un’esperienza totalmente estetica….  (io invece mi immagino un bel brasato 😋)

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Perderemo il gusto di una bella tavola  ricca di colore o perfettamente monocromatica ma con cibi gustosi? Speriamo di no!

Vi lascio con questa frase di A. Brillat-Savarin che trovo perfetta

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Come sono le vostre tavole? Ricche di amici, vero?

La mia crema di ceci e gamberi

Qualche sera fa ho organizzato una cenetta con due amiche. Sapete quelle cose che si organizzano per stare insieme, chiaccherare e mangiare cose buone ma non troppo impegnative? È stata una serata riuscita. Tre donne che davanti ad una crema di ceci chiaccherano, chiaccherano e chiaccherano… Il resto del menù prevederva trancio di salmone al forno, insalatina di spinacini verdi ed ananas a cubetti piccini con foglioline di menta. Cose semplici, quasi dietetiche e che ho preparato in poco tempo. Se anche voi volete gustervi la mia crema di ceci ecco la ricetta (ho usato ceci in scatola, non storcete il naso ma voi potete usare quelli secchi se avete tempo…..)

Ingredienti per 3 persone:

  • 2 confezione di ceci in scatola
  • 2 cucchiai di trito di sedano, carote e scalogno
  • 2 spicchi d’aglio
  • 4 rametti di rosmarino
  • brodo di verdura
  • olio, sale e pepe
  • 6 gamberi crudi

In una pentola unite 2 cucchiai d’olio evo con uno spicchio d’aglio, le verdure tritate ed un rametto di rosmarino. Riscaldate l’olio ed aggiungete i ceci. Rosolate leggermente, aggiungete 1/2 litro di brodo vegetale e cuocete per ca. 20 minuti. Nel mentre cuociono i ceci preparate gli spiedini di gambero. Pulite i gamberi dal carapace e togliete delicatamente il filetto nero, infilzate 2 gamberi  su un rametto di rosmarino a cui avrete  tolto buona parte degli aghi che terrete da parte. In una padella mettere 3 cucchiai di olio evo, uno spicchio d’aglio ed una parte degli aghi di rosmarino. Riscaldate l’olio sino a quando l’aglio è biondo, toglietelo assieme anche al rosmarino ed cuocete i vostri spiedini 2 minuti per lato. Lasciate riposare un minuto mentre riducete i ceci in crema con un frullatore ad immersione. Ricordate di togliere aglio e rametto di rosmarino prima di frullare. Se la crema è troppo densa per il vostro gusto aggiungete ancora del brodo vegetale caldo. Ora è il momento di impiattare. Versate la crema di ceci, appoggiate delicatamente lo spiedino di gamberi ed unite un pochino di olio dei gamberi assieme ad una macinata di pepe bianco. Il vostro piatto è pronto da gustare.

Enjoy!!!

p.s. Ecco la tavola di quella sera. Semplice e informale. Mi era sembrata perfetta per una serata fra amiche.

Ho abbinato un servizio di piatti  che uso tutti i giorni, strofinacci della cucina, il servizio di posate regalo di nozze di zia Lella, la brocca comperata a Parigi, un mazzetto di fiorellini in tonalità e due candele i cui bicchierini sono di Zara. Insomma ho mischiato un pò, vi piace?

 

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