Pensieri

Era una domenica di quelle in cui il cielo era bianco.Guardando fuori dalla finestra non si vedeva il solito paesaggio. Niente tetti, niente fiume ma una distesa ovattata ed incolore. Pioveva. A tratti era una pioggerella  lieve a momenti invece si faceva più imperiosa. Poco da fare, se non stare sulla poltrona a leggere, guardare la TV o perdersi nei pensieri. E quello le successe, si perse nei suoi pensieri…

Pensieri piacevoli: come apparecchiare la tavola per la cena del ringraziamento, ricordare tutte le ricette e pensarne una nuova, perché tutti gli anni il menù ripeteva se stesso fatta eccezione di quella novità che sorprendeva. Pensare alla settimana che stava arrivando, agli impegni ed alla routine delle faccende domestiche, pensare all’organizzazione di una gita particolare per la felicità di qualcun altro e poi all’improvviso fermarsi a pensare a chi invece che stare comodamente sul divano si ritrova su una panchina sul fiume con tre valigie, un sacco a pelo ed una copertura improvvisata per la pioggia.

Ma quanto siamo fortunati e non ce ne ricordiamo?

Tutti i giorni da parecchio tempo lo vedeva, Un uomo alto e di colore. La prima volta che lo vide stava parlando e pensò fosse al telefono. Un uomo di bella presenza con occhi intelligenti e vivaci accompagnati da un sorriso radioso. I giorni successivi lo trovò sempre nella stessa postazione. Ogni tanto parlava (e così si accorse che non era al telefono) e faceva discorsi non si sa bene con chi. Gesticolava o sorrideva a qualcuno che appariva solamente ai suoi occhi. Ogni tanto lo vedeva correre (si manteneva in allenamento?), mangiare ed offrire quel poco che aveva a qualche sventurato senza casa che stava peggio di lui. Si vedevano tutti i giorni così cominciarono a dirsi ciao ed a chiedersi come andasse la giornata. Ma niente di più.

Ora sulla sua poltrona si chiedeva come mai un uomo dovesse essere sulla strada. Tutti i suoi averi racchiusi in tre valigie e poco altro. Era una scelta cercata? Quali potevano essere i motivi? La solitudine imposta era ben accetta?

Domande a cui non ci sarebbe stata risposta perché sapeva che non avrebbe mai avuto il coraggio di chiedere… eppure quell’uomo era apparso nei suoi pensieri in una domenica pomeriggio piovosa…

Fuga da New York ( ma solo per un weekend)

L’America è famosa per un’infinità di cose. Dai grattacieli, alla cheese cake, dalla festa del ringraziamento alla Casa Bianca. Quello che spesso si visita quando si attraversa l’oceano è anche la sua maestosa natura. Dal parco dello Yellowstone, alle Cascate del Niagara, l’ Everglades, la costa della California o del Maine. Ogni angolo di terra qui ha delle caratteristiche sorprendenti e differenti. Tutti questi luoghi hanno però un comune denominatore…. durante l’autunno ogni angolo di terra si accende di rossi, di gialli e di ruggine, uno spettacolo nello spettacolo!

Mi piace vivere in città ma a volte il cemento mi va un pò stretto e così siamo fuggiti per un weekend e siamo andati alla ricerca dell’ autunno. Siamo andati in Connecticut assieme ad alcuni amici, in una classica cittadina americana, quelle con le case con i grandi giardini, i viali alberati e tanti negozietti dove comperare tutto…

img_3912-1.jpgGirovagando con la macchina abbiamo trovato angoli e viste incantevoli. Laghi, colline, cascatelle e ponti coperti

Stare due giorni nella natura mi ha ricaricato. Passare del tempo con vecchi amici, essere tutti assieme nella stessa casa, preparare la colazione e sedersi al tavolo a mangiare pancakes, sfidarsi a biliardo e andare a raccogliere zucche. Due giorni insoliti e bellissimi, avevo bisogno di lasciare gli skyscrapers alle spalle per un attimo… ma al rientro sono stata contenta di ritrovarli lì. Che mi stia trasformando in un animale cittadino? no, daiiiii

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foto mypiesite

Mattonella ai marrons glacés

Credo che il dessert abbia un posto privilegiato durante i pasti.

Perché? Perché il momento del dolce è quell’attimo dove  tutti siamo sorridenti, dove possiamo indulgere (almeno una volta ogni tanto), dove possiamo farci una coccola extra. Senza calcolare che se siamo padrone di casa il dolce farà ricordare con più piacere i momenti passati insieme.

Vi è mai capitato di andare in un ottimo ristorante, magari stellato, e al primo assaggio del dessert non trovare in bocca quella meraviglia che vi aspettate? A me è successo e così mi è venuto spontaneo dare un voto decisamente più modesto a tutto il pasto. Che peccato! Ed  ecco perché dico che è importante. Il finale sarà la cosa che resterà nella mente degli ospiti e allora se è buonissimo è meglio…

Oggi la mia proposta – come da gentili richieste – è questo dolce. Facilissima l’esecuzione, pochi gli ingredienti ma devono essere di ottima qualità, di una bontà incredibile ( forse sono di parte… però tutte le volte che l’ho presentato si è smaterializzato in un nano secondo ) e adatto alla stagione che si avvicina.

Smetto di blaterare e vi do la ricetta…

Ingredienti:

  • 500 gr. Panna fresca da montare
  • 1 vasetto di buona marmellata ai marroni
  • piccole meringhe
  • marrons glacés a pezzetti e qualcuno intero

Procedimento:

Prendere la panna dal frigorifero e montarla bene, unire la marmellata di marroni, alcuni pezzetti di marroni e qualche meringhetta sbriciolata. Ora mettere nello stampo (io uso quello del plum-cake) della pellicola. Se desiderate potete ricoprire il fondo dello stampo con tante file di piccole meringhe, aggiungete il composto e lasciate riposare il dolce in freezer almeno 3 ore. Ecco, ora è pronto da gustare. In alternativa se non avete decorato il dolce con le file di meringhe potreste aggiungere pezzettini sulla superficie e qualche marron glacé intero prima di servire.

Questa ricetta appartiene alle mie collaudate un po’ come la mia torta al cioccolato   e una volta fatta non la abbandonerete più .

Enjoy!

p.s. la foto d’apertura è di Pinterest ma appena trovo la marmellata di marroni metto anche quella che farò al mio dolce, promesso 😉

Ottobre e le castagne

Le ho sempre amate ed in questo mese cominciamo a trovarle anche dal fruttivendolo. A me piace andare per boschi a cercarle. Mi vesto con stivali e maglioni pesanti e mi porto un bel cestino. Appena  a casa accendo il camino e vado a cercare la vecchia pentola forata, faccio  una piccola incisione sulla loro buccia e le metto a cuocere sul fuoco. Le dita si scotteranno e diventeranno nere quando  le aprirò per gustarmi questo frutto  autunnale di cui sono ghiotta.

Le castagne  fanno parte dei miei ricordi di bambina quando i nonni mi portavano a Milano ed il nonno me ne comperava un cartoccio dal rivenditore in piazza Duomo, quando nonna Flora mi cuoceva le castagne secche e poi me le offriva con il latte, quando la mamma me le faceva bollite e poi io le aprivo a morsi facendo schizzare ovunque la morbida polpa bianca ( lo avete fatto anche voi?) Altro ricordo a me caro è il castagnaccio che ho sempre mangiato quando eravamo in Toscana, il suo gusto così particolare o lo ami o lo  odi… 

Nonno Isa mi raccontava la favola delle castagne, ed io lo ascoltavo tutte le volte con attenzione anche se conoscevo la fine.

C’era  una volta tanti anni fa in un bosco popolato da ogni genere di animali: leprotti, gufi, cervi, scoiattoli, ghiri ed uccellini anche una famigliola di ricci. Mamma, papà ed i loro piccoli. La famiglia era solita  esplorare il bosco. Vicino alla loro  tana, costruita con foglie e rametti trovati tutti attorno, c’era un enorme albero pieno di castagne. Tutti i giorni un gruppo di scoiattoli affamati si arrampicava sui rami per mangiarne i frutti squisiti. Un giorno i ricci, passeggiando li attorno, sentirono degli strani lamenti. Il gruppo si avvicinò all’albero chiedendosi cosa stesse succedendo. Erano le castagne, che si lamentavano del fatto che venivano mangiate dagli scoiattoli ingordi. Mamma riccio, dispiaciuta, cominciò a pensare se ci fosse un modo per aiutare le castagne ed escogitò un piano. Prima dell’arrivo degli scoiattoli le castagne si sarebbero nascoste dentro i ricci. Il piano funzionò e dal quel giorno gli scoiattoli non andarono più a disturbare le castagne. Ecco svelato il motivo per cui le castagne sono nascoste nel loro riccio: per proteggersi dal nemico!

Conoscevate questa leggenda? Il nonno la arricchiva con mille particolari ed io restavo silenziosa ad ascoltarlo. Sarà anche per questo che mi piacciono così tanto le castagne?

Quando vivevo a Parigi andavo da Angelina a gustarmi il suo famoso Mont Blanc, a Varese mi infilavo nelle pasticcerie a comperare i marron glacé. Non so se a New York  troverò una  pasticceria dove gustare queste squisitezze. Per ora mi basterebbero delle semplicissime castagne che cuocerei nel forno…

p.s. Ho una ricetta super veloce per fare un semifreddo alle castagne, vi interessa?

 

foto Pinterest

Happy birthday

Il compleanno è una giornata speciale. Quando si è bambini si attende con impazienza, da adolescenti si organizzano piccole feste o pizzate, nel mondo degli adulti la giornata segue il suo corso usuale ma alla sera ci si concede almeno una cenetta, quando gli anni sono tanti, si attende di festeggiare con tutta la tribù al completo (almeno credo, ve lo confermerò fra una ventina d’anni…)

Ma in realtà

L’età è solo un numero

si perchè anche se resta ben impressa sulla carta d’identità quella vera è quella che ci sentiamo.

Per quanto mi riguarda il passare degli anni qualche influenza l’ha avuta… La mia memoria qualche volta si incanta, mi rendo conto che mi stanco più facilmente e che il recupero non è più quello di una volta, il mio aspetto è cambiato e, così, anche il mio abbigliamento ha subito qualche  modifica, dal parrucchiere ci devo andare almeno una  volta al mese per nascondere i fili d’argento che ora sono  dappertutto ma

Posso

continuare ad allenare la  memoria mantenendo la curiosità che mi ha sempre contraddistinto  ed il desiderio di imparare cose nuove; prendere le giornate con più calma ed imparare che se non riesco a fare tutto subito, avrò il tempo per farlo anche domani (non sto dicendo che mi sono impigrita… forse un po’ … ma che avendo figli ormai indipendenti le mie giornate sono decisamente meno piene ed il ritmo lo decido io); quando il peso cambia so che devo rimettermi in riga prima che posso, quindi ben vengano le lunghe passeggiate ( camminare nella natura migliora l’umore, lo sapevate?) e i dolci devono sparire dalla mia vista. Ho imparato quali sono i colori che più mi si addicono, così mi diverto ancora a fare acquisti ma che sono  decisamente più azzeccati e  faccio anche  decisamente più attenzione alle creme che compero, non corro a prender quella di moda ma quella che è più adatta alla mia pelle.

Che dire, il passare degli anni ha  decisamente dei vantaggi. Ho imparato che decido io con chi voglio spendere il mio tempo, che ad un certo punto bisogna  imparare anche a dire un bel no, che mio marito è la mia roccia e la persona senza la quale non potrei stare,  perchè senza di lui le mie giornate non sarebbero più così belle, divertenti, ricche. Ho imparato che non si deve dare tutto per scontato, la salute innanzitutto, la famiglia, le  amicizie, ma che bisogna lavorare per guadagnarsele tutte e  tre.

l’età è solo un numero che non sempre rispecchia la realtà delle cose. Ho imparato che non bisogna mai fermarsi, mai smettere di imparare, mai finire di mettersi alla prova e di riempire le nostre giornate con ciò che amiamo, che  siano gli interessi che abbiamo sempre coltivato o qualcuno  nuovo, perchè  abbiamo bisogno di nuovi stimoli per anima e  corpo per sentirci appagati, forti e giovani nonostante la nostra età anagrafica.

Un abbraccio ad ognuno di voi e grazie per passare di qui!

p.s. i vostri commenti sono sempre i benvenuti e spero vogliate condividere qui i vostri pensieri sugli anni che passano ☺️

Foto apertura Pinterest

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