Il tè è una di quelle bevande che mi hanno sempre affascinato, mi sono sempre immaginata distese di piccole piante le cui foglie dopo essere state raccolte venivano seccate ed impacchettate in modo da poter raggiungere quei bei negozi dove acquistare i blend più classici o esotici.
Sogni di bambina che preparava il tè alle sue bambole o scimmiottava i grandi seduta ad un tavolino circondata da: tazzina, teiera, zuccheriera, un bricco del latte e qualche biscotto o una fettina di torta… Lo so già allora ero un pò “stramba”
Ora diventata adulta mi piace assaporare una tazza di tè caldo verso le 5 ( molto English…) e se ci riesco mi preparo anche un dolce accompagnamento. (beh anche salato )
La prima volta che ho avuto una cerimonia del tè di tutto rispetto mi trovavo a Chicago, appena rientrata da un giro per la città con temperature polari che ci avevano congelato tutto quanto era esposto al vento. I bambini si sedettero composti in questa bella sala tutta legni e velluti, il cameriere chiese che blend preferivamo e poco dopo arrivò tutto quanto serviva su un vassoio d’argento. A lato una bellissima alzatina con ogni leccornia possibile. I miei figli erano quasi intimoriti, mi ricordo le faccine ancora rosse dal freddo e gli occhi che chiedevano se potevano servirsi. Aperte le danze sono stati inarrestabili!
Una volta arrivata a Parigi ho scoperto alcune patisserie dove assieme ad un buon tè trovavo i migliori éclaire al mondo o una fetta di tarte au chocolat da svenire. Lì mi capitava anche di acquistare blend sconosciuti, a volte ricomperati altre volte abbandonati…
In Giappone invece la cerimonia del tè è una faccenda molto seria, affascinante e spirituale. A Tokyo il tè mi è stato servito con gesti lenti e precisi, l’ambiente era intimo e con luce soffusa, le tazze senza manico e senza piattino erano bellissime, gli utensili usati erano di bambù: un piccolo mestolo per versare nella tazza il liquido e una piccola frusta per mescolare il tè verde polverizzato. Il tè mi è stato servito senza zucchero o latte e vi assicuro che anche “nature” era squisito; viene accompagnato a volte da un solo dolce, io scelsi un wagashi
Marrakesh invece mi ha fatto innamorare del tè alla menta. Servito nei bellissimi bicchierini di vetro decorati e versato da una teiera che viene messa direttamente sul fuoco dove si scalda l’acqua che accoglierà le foglioline di menta. Ho provato anch’io a versare il tè alla maniera marocchina: la teiera sale e scende da una notevole altezza centrando SEMPRE il bicchierino…. meglio che continui all’italiana, versando da un’altezza irrisoria dalla mia bella teiera di ghisa, faccio meno disastri.😊
Dopo tutto questo parlare di tè mi è venuto il desiderio di avere una bella tazza calda di Darjeeling da sorseggiare, a voi no?
p.s. vi posso consigliare un libro che a me è piaciuto molto? Il profumo delle foglie di tè di Dinah Jefferies l’ho trovato affascinante…
foto da pinterest